Il 28 Febbraio 1953, dopo anni di ricerca, viene scoperta la doppia elica del DNA e, con lei, la sua funzione principale, cioè quella di portare con sé l’informazione genetica. Questa scoperta fa vincere il premio Nobel per la medicina a Francis Crick e a James Watson nel 1962. La scoperta della doppia elica, però, avviene anche grazie a una donna che non verrà mai nominata, se non le libro pubblicato da Watson, La doppia elica. Qui, la studiosa verrà descritta con parole denigratorie. Il suo nome era Rosalind Franklin.
Nata in una famiglia di studiosi ebrei dell’alta borghesia, Rosalind Franklin nasce il 25 Luglio 1920 a Londra. Unica femmina in mezzo a tre fratelli maschi, trascorre l'infanzia in giornate ben organizzate. Nel 1929, con l’arrivo di un nuovo fratello, viene mandata in collegio dove si appassiona a geografia e geometria, agli sport e, soprattutto, alla scienza. La sua passione la spinge a “fare scienza” persino in un’epoca maschilista, nella quale le donne non potevano ricoprire il ruolo di studiose.
Nel 1932 entra in una scuola diurna famosa per il suo rigore e la sua eccellenza. Nonostante la competizione delle compagne e il suo carattere spigoloso, Rosalind Franklin riesce a vincere una borsa di studio che la mantiene fino alla fine dei suoi studi. Passata alla scuola superiore, può concentrarsi sulle materie che preferisce, cioè matematica chimica e fisica.
Gli ultimi suoi anni di studio sono segnati dalla crescente ascesa di Hitler, motivo per cui la giovane Rosalind si rende conto che sarebbe valsa la pena tentare l’ammissione a fisica e chimica al Newnham College nella città di Cambridge. Lì, si butta in uno studio intenso che le permette di accogliere con entusiasmo tutti gli stimoli del mondo universitario: entra in una società matematica e ascolta le conferenze dei più grandi nomi della scienza di Cambridge, tra cui Lawrence Bragg, anche lui vincitore del Nobel grazie al suo uso dei raggi X per scoprire la struttura dei cristalli. Finalmente, nonostante la guerra, nel 1941 Rosalind prende la laurea, seppure non con il massimo dei voti.
Dopo il conflitto mondiale, si trasferisce a Parigi, dove lavora per quattro anni specializzandosi nella tecnica della rifrazione dei raggi X. Grazie a questo e a Vittorio Luzzati, nel 1950 pubblica il primo articolo. Nel marzo di quell'anno, torna a Londra per visitare una sua vecchia conoscenza, John Coulson, e inizia a lavorare nel dipartimento di fisica e biofisica, grazie a una borsa di studio triennale. Andrà via da lì solo dopo essere diventata un’esperta nella struttura del carbone e del carbonio.
Finalmente, nel 1951, Franklin inizia a lavorare al King’s College di Londra. Inizialmente deve operare sulla diffrazione di raggi X di proteine in soluzione, ma finisce per lavorare con un gruppo di ricercatori che si occupavano del DNA. Pensando di esserci entrata grazie ai suoi successi precedenti, si convince di poter fare tutto da sola e perciò non si trova mai in sintonia col suo collega Maurice, il quale invece pensava fosse stata chiamata come semplice assistente. Nonostante le difficoltà, Franklin riesce a inventare una nuova tecnica coi raggi X che permette di fotografare ogni filamento di DNA.
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Franklin cerca di migliorare sempre di più le sue scoperte fino a ottenere una figura sempre più nitida del DNA e questo la porta a fare la sua più grande scoperta. Vi sono due forme di DNA: quella idratata, struttura B, che si presenta più lunga e sottile; quella originale e disidratata, o struttura A. La studiosa condivide il lavoro con Wilkins, il quale però a sua insaputa, rivela le scoperte a Crick e Watson. Costoro, consapevoli che nessuno più lavorava al DNA, approfittano di quelle nozioni per creare il primo modello di DNA, che però si rivelerà sbagliato.
Rosalind a questo punto cerca di studiare al meglio il DNA e riesce a farlo grazie alla foto 51, la foto più definita del DNA. Questa immagine e le successive interviste raccontano come sia stata Rosalind Franklin a scoprire la morfologia del DNA. Ma nonostante lei si prepari a pubblicare le sue scoperte, viene anticipata da due articoli di Watson e Crick, che usano i suoi dati ottenuti da Wilkins, e in questo modo ottengono il Nobel. Franklin, invece, non riceverà mai alcun riconoscimento.
In ogni caso la sua carriera continua, ma proprio mentre è al culmine del suo lavoro, viene ricoverata allo University College Hospital per due tumori alle ovaie. Dopo l’operazione per asportarli, preoccupata di trascurare il suo lavoro, continua ad andare in laboratorio. Nel 1957 pubblica 7 articoli, e altri 6 sono in stesura, quando il 16 Aprile 1958 i tumori la uccidono.
In un necrologio dedicatole, il collega Bernal la omaggia dicendo così: "In questa stretta collaborazione fra gli istituti di Cambridge e Londra, è difficile individuare tutti i contributi forniti dai singoli ricercatori, ma ciò con cui Miss Franklin contribuì fu la tecnica di preparazione e di acquisizione dei diffrattogrammi ai raggi X delle due forme idratate dell'acido desossiribonucleico, nonché l'applicazione dei metodi analitici basati sulle funzioni di Patterson con cui dimostrò che la struttura veniva descritta meglio da una doppia elica di nucleotidi, nella quale gli atomi di fosforo giacciono all'esterno".
Insomma, è a lei che dobbiamo la svolta decisiva nello studio del DNA
Articolo realizzato da Miriam Carpentieri, del Gobetti Marchesini Casale Arduino