Docente di riferimento per colleghi, ragazze e ragazzi dell’istituto, la professoressa Emanuela Serra si è sempre dedicata all’orientamento interno, quello che permette alle allieve e agli allievi di scegliere con serenità gli indirizzi del nostro triennio. Con questa intervista, speriamo di chiarire ulteriormente i percorsi del Casale.
Professoressa Serra, scegliere correttamente il piano di studi è fondamentale per il successo scolastico. Potrebbe presentare, a grandi linee, i tre indirizzi che caratterizzano il triennio al Casale?
Bella domanda. Non credo di farcela in poco tempo, ma proviamoci. Partiamo dal fatto che il nostro è un istituto tecnico e, come tutte le altre scuole simili alla nostra, a termine del secondo anno, le ragazze e i ragazzi devono scegliere quale indirizzo frequentare. Nella nostra scuola ci sono tre percorsi distinti: chimica dei materiali, mettiamola così, l’indirizzo storico, poi abbiamo biotecnologie ambientali e biotecnologie sanitarie. Nell’indirizzo materiali, la chimica è la disciplina centrale, quella caratterizzante l’intero corso, infatti, è presente come chimica organica, chimica analitica e chimica industriale. Nell’indirizzo biotecnologico ambientale, le discipline caratterizzanti sono la fisica, ovviamente ambientale, la biologia e la microbiologia. Nell’ultimo, quello biotecnologico sanitario, salgono in cattedra, la biologia, la microbiologia, l’igiene, l’anatomia e la fisiologia. Attenzione però, non è sufficiente studiare le materie di indirizzo, nella nostra scuola le materie umanistiche sono importantissime, fondamentali e, ovviamente, presenti in tutti gli indirizzi.
Come cambia il quadro orario nei tre percorsi?
Qui mi metti veramente alla prova. La memoria potrebbe tradirmi, anzi sicuramente mi tradirà. In generale, direi che le significative differenze sono riconducibili alle ore di laboratorio, nel senso che sono sempre 8 in terza, 9 in quarta e salgono a 10 in quinta. La natura del laboratorio è però profondamente differente. Nel percorso di materiali, abbiamo sostanzialmente i laboratori legati alla chimica: laboratorio di organica, di chimica analitica e strumentale e, infine, quello di tecnologie chimiche industriali, che è un laboratorio di rappresentazione degli impianti chimici. Nel percorso biotecnologico sanitario, i laboratori sono quelli di chimica analitica, poche ore in terza e quarta, assente, anche come disciplina, in quinta; il laboratorio di organica e biochimica e, infine, quello di igiene, anatomia e fisiologia. Nell’ultimo indirizzo, c’è un mix dei due precedenti, cioè abbiamo il laboratorio di analisi, quello di organica e quello di microbiologia. Per sicurezza, però, fate riferimento all’opuscolo che trovate in segreteria.
Cosa farà la scuola per orientare i ragazzi del secondo anno?
La scuola è sempre attenta all’orientamento interno. È importante cercare di non commettere errori nella scelta. Nelle ore di STA, ad esempio, c’è uno spazio dedicato alla presentazione dei percorsi. In queste ore sono invitati i ragazzi del triennio, una specie di peer education, a presentare le caratteristiche degli indirizzi. I ragazzi più grandi fanno lezione, anche in laboratorio, ai più piccoli. Inoltre, la scuola ogni anno organizza dei seminari con docenti universitari per far capire gli sbocchi e le ricadute culturali e tecnologiche dei tre indirizzi.
Mi ricollego all’ultima risposta, quali sbocchi professionali?
A termine del quinquennio tutti possono andare a lavorare, almeno nel privato. Per entrare a lavoratori nei presidi sanitari pubblici, ospedali, ASL o altro, la laurea triennale è necessaria. Ammetto di non ricordare le statistiche, posso solo dirti che per le biotecnologie sanitarie, le ragazze e i ragazzi sono assorbiti soprattutto nelle filiera alimentare, nella cosmesi e nella farmaceutica. Negli altri due corsi, i nostri ex allievi trovano impiego in tutte le industrie chimiche del settore. Olon, Chelab, Basf e Oreal e molte altre ogni anno ci chiamano per avere i nominativi dei diplomati.
Comunque, circa il 60% dei nostri diplomati va all’università, mentre la restante parte entra nel mondo del lavoro, generalmente, entro il Natale successivo al diploma. E quando parlo di mondo del lavoro, intendo quello per cui si è studiato. Altra alternativa molto interessante sono i percorsi ITS, che hanno una maggiore specializzazione rispetto l’università. Ma questo è un altro mondo e… un’altra intervista.
Ringraziamo la professoressa Serra per la sua disponibilità!
Intervista realizzata da Alice Ghedini, classe 5 BCM, Gobetti Marchesini Casale Arduino!